Chiudete gli occhi e pensate a Steve Jobs.
Com’è vestito nei vostri ricordi? Con la giacca e la cravatta? Con un costoso maglione dalle tinte anonime e un serio paio di pantaloni a sigaretta? Per caso porta delle scarpe lucide, di quelle che scricchiolano quando si cammina?
No, vero?
No. Steve Jobs indossava i jeans, le scarpe da ginnastica e un maglioncino a collo alto. Non portava accessori costosi, non sceglieva cravatte in tinta, non indossava cappelli, guanti o sciarpe. Si mostrava esattamente per quello che era.
E noi lo ricordiamo come un genio.
Ora fate la stessa cosa, ma pensate a Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook.
Anche qui, per caso, vi sembra di ricordare un completo elegante?
Forse, in qualche occasione, può aver indossato una camicia, ma Zuckerberg – come Jobs – ha il suo look tipico: jeans e felpa con cappuccio.
E noi sappiamo benissimo che – ad oggi – questo giovane imprenditore americano è uno degli uomini più ricchi e influenti al mondo.
Il loro modo di vestire, così personale e informale in ogni circostanza, ce li fa sembrare meno importanti? Oppure, al contrario, li fa diventare più umani e vicini a noi?
Da questa domanda parte lo studio intitolato “The Red Sneakers Effect”, seguito e sviluppato dalla Professoressa di Harvard Francesca Gino.
L’esperimento, per la verità piuttosto semplice, ma interessantissimo perché applicabile alla vita di tutti i giorni, ha rivelato che – tendenzialmente – quando incontriamo qualcuno vestito in modo particolare, con uno stile personale, magari in controtendenza rispetto a quanto ci si aspetta dal contesto e dalla situazione in cui ci troviamo, tendiamo ad averne un’opinione molto alta, tendiamo a considerare il suo status superiore rispetto a quello degli altri.
Perché? Perché ha avuto il coraggio di rompere le regole, perché ha avuto il coraggio di seguire le proprie intuizioni e le proprie preferenze, perché – in definitiva – non si è interessato delle “regole” imposte dalla società.
Per questo motivo, un commesso di una gioielleria tenderà a credere che una persona in tuta sia disposta a spendere di più di una persona vestita con abiti molto costosi; per questo motivo, un professore in t-shirt ci fa più simpatia e ispira immediatamente più rispetto di un classico prof con la giacca con le toppe e la camicia a righe; per questo motivo, un capo con le sneakers (magari rosse) ci convincerà più facilmente delle sue capacità.
Ma questo trucchetto funziona proprio sempre?
In realtà no: in alcuni contesti, l’abito formale è ancora preferibile e lo “status più elevato” si ottiene solo se l’interlocutore è ancora circondato da un minimo alone di mistero.
Steve Jobs sembrava un semplice impiegato capace di avere idee brillanti: naturalmente non lo era, ma non avendo avuto la possibilità di conoscerlo sul serio, ci siamo affidati alla sua immagine così semplice e diretta.
Lo stesso effetto non può sicuramente verificarsi se a presentarsi con la giacca e le Converse è un caro amico o un collega che conosciamo molto bene: in quel caso, probabilmente, noteremmo anche meno l’accostamento!
Resta il fatto, però, che chi utilizza uno stile personale e aggiunge un tocco di sé al proprio stile risulta immediatamente più simpatico, più vicino, più propenso al successo: meglio sfruttare questa magia!
Ecco perché anche un calzino colorato che spunta da un abito elegante può fare la differenza, rendendoci unici nella folla: non abbiamo bisogno di conformarci!
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